Veneto area arancione, Pozza: «Ristori subito e chiarezza sul Recovery Fund»

COMUNICATO STAMPA | Venezia, 08 gennaio 2021

Il Presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, commenta così la decisione del Governo di inserire il Veneto in area arancione a partire dal 10 gennaio: “comprendiamo ed accettiamo la decisione perché siamo consapevoli della necessità di tutelare la salute dei cittadini e bloccare i contagi. Non possiamo, però, nascondere la nostra preoccupazione per le attività colpite da queste misure, in  particolare bar, ristoranti, alberghi e mondo dello sci che sono alcune di quelle che pagano il conto più salato. Basti pensare che i prossimi mondiali di sci a Cortina saranno a porte chiuse. Per questo è fondamentale stanziare immediatamente dei ristori e farli arrivare sul territori in tempi brevi come chiesto dal Presidente Zaia. E  insieme agli aiuti serve la cancellazione delle scadenze fiscali altrimenti le risorse stanziate saranno utilizzate per pagare le tasse”.

“Accanto a questo, poi, serve chiarezza da parte del Governo sulle risorse e le riforme legate al Recovery Fund che sono fondamentali per la ripartenza ed il futuro dei territori in una logica e visione di sistema. Nelle ultime settimane, però, sono entrate nel porto delle nebbie a causa dei tentennamenti di un Governo concentrato sui rimpasti e sul creare le ennesime cabine di regia. Le imprese e le attività in Veneto hanno bisogno di avere la certezza di essere messe nelle condizioni di ripartire attraverso la sburocratizzazione, le infrastrutture materiali ed immateriali, la digitalizzazione che sono tutti aspetti che Unioncamere Veneto indica da mesi come priorità non più rinviabili. Per uscire dalla crisi causata del virus non servono aiuti a pioggia, ma interventi mirati”.

“E serve – conclude Pozza – un intervento sul credito che dal primo gennaio con le nuove regole europee è molto più complesso e rischia di mettere in difficoltà molte attività che, invece, hanno bisogno di linea di credito per rimanere aperti ed investire sul futuro. Questo è un macigno per il nostro sistema economico con conseguenze molto gravi se non ci mettiamo mano immediatamente. Si tratta di regole europee e per essere incisivi serve un Governo coeso e compatto in grado di far sentire la propria voce in modo autorevole”.