Venezia, 24 aprile 2015 – Il 2015 non inizia bene per il sistema imprenditoriale del Veneto. Il numero di imprese attive presenti nei registri camerali a fine marzo si è attestato a 436.698 unità, lo 0,6% in meno rispetto alla fine del 2014, vale a dire che il sistema produttivo regionale ha perso circa 2.600 imprese. C’è da scontare sicuramente la quota di chiusure che si accumulano nelle prime settimane del nuovo anno, ma anche il raffronto con lo stesso periodo del 2014 risulta impietoso: rispetto a marzo 2014 il sistema produttivo si è ridimensionato di quasi 2.800 imprese. Dall’inizio della crisi (2008) ad oggi il tessuto produttivo ha lasciato sul campo quasi 26.000 imprese.
Tra i settori che hanno subito le perdite maggiori spicca quello industriale, con 1.126 imprese in meno rispetto alla fine del 2014 (un terzo manifatturiere e due terzi delle costruzioni). Facendo un’analisi più dettagliata sulle imprese manifatturiere, quasi la totalità dei settori ha registrato una variazione negativa, con flessioni significative per il legno-arredo (-94), il metallurgico (-79), l’elettromeccanico (-50). Anche il settore dei servizi ha accusato una frenata (-600), ascrivibile quasi totalmente alla chiusura di attività commerciali al dettaglio e all’ingrosso (-635) e dei servizi di ristorazione (-82), bilanciata solo parzialmente dalla dinamica positiva delle attività immobiliari (+40), di direzione aziendale e consulenza gestionale, di supporto per le funzioni d’ufficio (+150). Tra le province, Treviso appare l’epicentro della depressione demografica delle imprese tra gennaio e marzo 2015 (-574 imprese), seguita da Padova (-553) e Verona (-424), con flessioni significative anche a Venezia (-400) e Vicenza (-386).
I dati mostrano comunque una vivacità del sistema imprenditoriale regionale nei primi mesi del 2015. Tra gennaio e marzo 2015 sono 9.142 le imprese che hanno aperto i battenti (erano 9.169 nel 2014) a fronte di una lieve diminuzione di quelle che hanno cessato l’attività, pari a 11.486 (erano 11.959 nel 2014). Il bilancio di queste dinamiche si è tradotto in un saldo anagrafico negativo (-2.344), sebbene meno marcato rispetto a quello di un anno fa (era -2.790).